martedì 4 febbraio 2014

Taccuini famosi

I taccuini degli scrittori hanno qualcosa di sacro, è come se fossero impregnati dell'aura dello scrittore stesso. Sono oggetti intimi che custodiscono le idee, il metodo di lavoro, i segreti e le manie del loro possessore e dai quali a volte è possibile riconoscere la scintilla che più tardi si è concretizzata in un romanzo famoso. Leggere la trascrizione degli appunti degli artisti raccolti in un libro è molto utile, ma non è niente in confronto a sfogliare di persona i loro taccuini, quelli che hanno tenuto in mano e si sono portati appresso per una vita. 
Immagine del taccuino di Jack Kerouac. vanillasnotes
Il taccuino di Jack Kerouac. Ph. credit qui
Quando leggiamo “solamente” il libro, molte informazioni vanno perdute: non possiamo vedere la calligrafia, i rimandi, gli asterischi, farci un'idea se si tratta di una persona ordinata, metodica, improvvisatrice, non possiamo sentire sotto le mani la stessa precisa carta che loro, proprio loro, hanno sfogliato e magari stupirci dello stato grezzo della materia dalla quale hanno iniziato a lavorare. È un po' la differenza che passa tra una email e una lettera “old style” cartacea: è più toccante una dichiarazione d'amore affidata ad un'email o una fissata sulla carta?

C'è un punto fermo: ogni scrittore o artista o scienziato ha un qualche “aggeggio” per cristallizzare in modo indelebile un appunto. Lo strumento più comune è proprio il taccuino. Molti scrittori utilizzano il taccuino per segnarsi una sensazione del momento, un viso, un’espressione dialettale carpita per strada, un atteggiamento, un paesaggio e ogni altra cosa che ritengono importante e che potrebbe in un futuro diventare la base di un capolavoro.

Purtroppo non ho mai avuto la fortuna di toccare con mano nessun taccuino di scrittore famoso, ma almeno me ne sono fatta un'idea girovagando su internet. 

Mark Twain ha utilizzato moltissimi taccuini (40-50 nell'arco di quattro decenni) e usava appuntarsi di tutto. In genere ad ogni nuova impresa, inaugurava un taccuino nuovo. Se li faceva fare apposta “su misura”: ogni pagina aveva una linguetta che lo scrittore strappava quando la pagina era piena, in modo da trovare velocemente una nuova pagina bianca quando necessario.
Immagine del taccuino di Mark Twain. vanillasnotes
Il taccuino di Mark Twain. Ph. credit qui
Ci sono moltissime foto che ritraggono Ernest Hemingway intento a scrivere a macchina (spesso in piedi) o con una matita su di un taccuino. Una delle mie preferite è questa: una nota di Hemingway bambino. Già da piccolo aveva le idee chiare: voglio viaggiare e scrivere! 

Il testo è questo: 
My name is Ernest Miller Hemingway.
I was born on July 21, 1899.
My favorite authors are Kipling, O. Henry and Stewart Edward White. 
My favorite flower is lady slipper and tiger lily. 
My favorite sports are trout fishing, hiking, shooting, football and boxing. 
My favorite studies are English, zoology and chemistry. 
I intend to travel and write. 

Mi chiamo Ernest Miller Hemingway.
Sono nato il 21 luglio 1899.
I miei autori preferiti sono Kipling, O. Henry e Stewart Edward White. 
Il mio fiore preferito è la scarpetta di Venere e il giglio tigre. 
I miei sport preferiti sono la pesca della trota, le escursioni, la caccia, il football e la boxe. 
Le mie materie preferite sono inglese, zoologia e chimica. 
Ho intenzione di viaggiare e scrivere.
Immagine di una nota di Ernest Hemingway bambino. vanillasnotes
Una nota di Ernest Hemingway bambino. Ph credit qui
Questo invece è il quaderno di appunti di Charlotte Bronte: fitto fitto di note al punto che sembra un nastro del telegrafo e con pochissime correzioni.
Immagine degli appunti di Charlotte Bronte. Vanillasnotes
Gli appunti di Charlotte Bronte. Ph credit qui
E questo è uno dei taccuini di Albert Einstein: estremamente ordinato e chiaro, come doveva essere la sua mente.
Immagine di un taccuino di Albert Einstein. vanillasnotes
Un taccuino di Albert Einstein. Ph credit qui
E che dire di questo journal di Frida Kahlo? Fulminante.
Immagine del journal di Frida Kahlo. vanillasnotes
Journal di Frida Kahlo. Ph. credit qui
Ho scovato questo appunto di George Orwell relativo al suo famosissimo romanzo “1984”. Vi sono riportati i tre slogan del partito: 

War is peace 
Freedom is slavery 
Ignorance is strength 

La guerra è pace 
La libertà è schiavitù 
L'ignoranza è forza
Immagine degli appunti di George Orwell. vanillasnotes
Appunti di George Orwell. Ph. credit qui
Notissimi (e preziosissimi) sono gli appunti di un connazionale: Leonardo Da Vinci.
Immagine di appunti di Leonardo Da Vinci. vanillasnotes
Appunti di Leonardo Da Vinci. Ph. credit qui
E adesso (chissà perché?!) mi è venuta una voglia irresistibile di procurarmi una camionata di taccuini nuovi nuovi da portarmi sempre appresso!

Vanilla

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