Dove è meglio scrivere? Difficile dirlo, ognuno di noi è diverso e ognuno di noi ha i propri personalissimi gusti. Per quanto mi riguarda preferisco scrivere a casa mia, in genere sul divano con il gatto tra i piedi e la musica nell'aria. Se invece ho voglia di mettermici d'impegno, da una certa ora x a un'altra ora y (mai rispettato un piano di lavoro in vita mia...), mi piazzo diligente alla scrivania. Quest'ultima opzione è praticabile solo quando la suddetta scrivania non è sommersa di "robe appoggiate lì solo per un attimo che poi dopo le metto a posto"… di solito diventa un ammasso di materia informe dalla quale spuntano libri, matite, elastici per i capelli, pezzi di contabilità, nastri di pacchi regalo, mezzi biscotti, graffette, pupazzetti, calcolatrici. Questo quando voglio scrivere "sul serio" perché quando si tratta di segnarsi un appunto volante, un'idea, un'ispirazione respirata sul momento, non ha importanza dove mi trovo, tiro fuori il taccuino e scrivo.
Non so perché ma vedere la scrivania, lo studio, la stamberga, il caffè, la panchina dove gli scrittori amano scrivere, mi ha sempre incuriosito e dato l'impressione di potermi mettere in contatto con loro, come se da quei luoghi e quegli oggetti trasudasse l'anima di chi li ha frequentati.
Poi torno a pensare a me e ai miei banalissimi luoghi che non hanno niente di leggendario e mi dico: "è una missione impossibile".
Non so perché ma vedere la scrivania, lo studio, la stamberga, il caffè, la panchina dove gli scrittori amano scrivere, mi ha sempre incuriosito e dato l'impressione di potermi mettere in contatto con loro, come se da quei luoghi e quegli oggetti trasudasse l'anima di chi li ha frequentati.
Poi torno a pensare a me e ai miei banalissimi luoghi che non hanno niente di leggendario e mi dico: "è una missione impossibile".
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Il tavolino di Jane Austen. Ph. credit: Eamonn McCabe qui |
C’è chi si trova a proprio agio in biblioteca, in ufficio, in uno scompartimento affollato di un treno, al bar, in aereo. Non importa che sia un luogo “canonico” per la scrittura, può benissimo essere anche il confessionale di una chiesa, la propria auto parcheggiata fuori da un cimitero, oppure l'ombrellone piantato in spiaggia, perché ciò che importa è scrivere.
Curiosando su internet ho scovato i luoghi prediletti da alcuni grandi scrittori e ho trovato questa sezione interessante del The Guardian. Ce ne è per tutti i gusti: Jane Austen, Charlotte Bronte, Charles Darwin, Rudyard Kipling, Virginia Woolf e molti altri. Mi stupisce il tavolinetto instabile e modesto prediletto da Jane Austen: è la dimostrazione che bastano pochi mezzi materiali per scrivere grandi capolavori.
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Woody Allen e la sua fidata macchina da scrivere. Ph. credit qui |
Affascinante anche questa bella board su Pinterest con la foto di Woody Allen e la sua fidata macchina da scrivere (una Olympia SM-3) che lo segue da quando aveva sedici anni e funziona ancora come un "carro armato" o la foto di Ernest Hemingway che spesso scriveva restando in piedi o quella di Agatha Christie incorniciata da "alcuni" dei suoi libri.
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Agatha Christie con alcuni dei suoi 80 romanzi. Ph. credit: CPL/Popperfoto qui |
Buon inizio settimana in qualsiasi luogo "scrittorio" vi troviate!
Vanilla
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